Pianta della famiglia delle
Adiantaceae (Polypodiaceae), comune nelle regioni temperate e calde di tutto il
mondo. In Italia si trova nei luoghi freschi e umidi dal piano alla zona
submontana, vicino a fonti di acqua, rocce umide e
pozzi.
GENERALITÀ Questa
piccola felce a rizoma perenne, strisciante e variamente ramificato, emette
numerose foglie composte, pennatosette, alte in media fino a 30 cm (possono in
casi particolari arrivare fino a 50) Il picciolo
fogliare è sottile, lucido, di colore nero. I segmenti di foglie sono
anch'essi portati da piccoli piccioli dello stesso colore di quello più
grande centrale. Le foglie hanno una forma ovale asimmetrica con base cuneata,
mentre la parte terminale superiore della foglia è variamente incisa in
piccoli lobi. Il colore delle foglioline è verde chiaro, con nervature
scure e sporgenti. Il loro margine è ripiegato e protegge le formazioni
che producono le spore: queste formazioni sono chiamate
«sori». Per scopi terapeutici si utilizza
la pianta intera escluso il rizoma. Questa
elegantissima felce viene spesso coltivata dai giardinieri per scopi
ornamentali.
IMPIEGO
TERAPEUTICO La pianta era ben nota anche agli
antichi Egizi e certamente venne utilizzata dai Greci e dai Romani. Trovò
impiego anche nel Medioevo, nelle indicazioni che ancora oggi sono valide per il
capelvenere. La pianta ha le seguenti
proprietà: emollienti, antiinfiammatorie o decongestionanti,
aromatizzanti. I principi attivi del capelvenere sono essenzialmente tannini,
sostanze amare, olii essenziali, mucillagine. Per
questi suoi principi attivi e per le sue attività viene impiegato
frequentemente in tutte le affezioni dell'apparato respiratorio, nelle riniti,
nelle faringiti, nelle affezioni broncopolmonari. Il capelvenere è
infatti espettorante, emolliente e leggermente
sudorifero. Sono note pure le proprietà
antireumatiche del capelvenere, che inoltre come edulcorante viene utilizzato
per la preparazione di sciroppi di sapore molto gradevole impiegati anche nella
tecnica farmaceutica come correttivi del sapore. Va
inoltre ricordato che la tisana è molto gradevole e può essere
impiegata anche per dosi inferiori a quelle
terapeutiche. Per il suo elevato contenuto in
sostanze tanniche il capelvenere ha anche un impiego cosmetico, per frizioni sul
cuoio capelluto grasso e con
forfora.
PREPARAZIONI -
Uso interno: si utilizzano l'infuso, il decotto, la
tintura. L'infuso si prepara con 20 g di foglie di
capelvenere finemente sminuzzate per litro di acqua bollente. Si lascia riposare
per 5-10 minuti, si beve a tazze: 2 al giorno. Il
decotto si prepara con 30-40 g di capelvenere per litro di acqua. Si fa bollire
per 20 minuti agitando o mescolando di tanto in tanto; si lascia raffreddare a
temperatura ambiente, poi si filtra. Il decotto viene preso a tazzine: 3-4 al
giorno. L'infuso e il decotto alle dosi
sopraindicate servono per calmare le tossi, per curare raffreddori e raucedini,
per decongestionare i bronchi. Le proprietà espettoranti ed emollienti
del capelvenere sono utili nelle bronchiti acute e
croniche. Tintura: la tintura si prepara con 200 g
di foglie di capelvenere per litro di alcool a 30-40°. Si lascia a macero
per una settimana. Si filtra e si utilizza la tintura di capelvenere alla dose
di 2-3 cucchiai al giorno. La tintura ha le stesse
indicazioni dell'infuso e del decotto.
-
Uso cosmetico: si utilizza il decotto preparato alle dosi indicate per uso
interno. Il decotto viene utilizzato per fare
frizioni sul cuoio capelluto, per eliminare la forfora e per ridurre le
secrezioni grasse.
RACCOLTA E
CONSERVAZIONE Le fronde o le foglie del capelvenere
si possono raccogliere tutto l'anno. È necessario adoperare una forbice per
recidere queste fronde alla base del picciolo. Non si deve infatti strappare
questa parte aerea della pianta, in quanto inevitabilmente si danneggerebbe il
rizoma non saldamente connesso con la roccia su cui si sviluppa né col
leggero strato di humus che ricopre le piccole fessure della roccia. Le fronde
così raccolte possono essere essiccate disponendole in strato sottile
all'ombra, in locale ben aerato. È possibile fare
dei piccoli mazzetti con le fronde ed appenderli a un filo steso. Il capelvenere
può essere conservato anche in sacchetti di carta chiusi o in vasi di
vetro scuro. Si tenga comunque presente che esso teme in maniera particolare la
luce che lo fa ingiallire in breve tempo e ne riduce le proprietà
terapeutiche. Il capelvenere va rinnovato tutti gli
anni. Coltivare il capelvenere presenta notevoli
difficoltà. Si tratta infatti di una pianta che esige condizioni
ambientali del tutto particolari, soprattutto riguardo all'umidità che
deve essere costante. Sono inoltre necessari buona produzione delle fronde e
condizioni di temperatura superiori ai
20°C. Per chi volesse tentare questo tipo di
coltivazione è necessario partire da rizomi che devono essere presi da
piante spontanee o rifornendosi presso qualche floricoltore. Bisogna però
in quest'ultimo caso fare particolare attenzione, in quanto le specie
comunemente coltivate per questi scopi ornamentali sono molte, mentre solo il
capelvenere nostrano ha le caratteristiche terapeutiche sopra descritte. Altri
capelvenere indiani o sudamericani posseggono simili proprietà, ma in
alcuni casi, poiché sono ricche in principi attivi, il loro dosaggio
dev'essere opportunamente ridotto. Il rizoma deve
essere tenuto quasi superficialmente in terreno sciolto, e il vaso di
contenimento deve essere sempre immerso in acqua, affinché per
capillarità possa giungere alle sottili radici l'umidita necessaria per
lo sviluppo. È necessario però assicurare anche l'umidità
ambiente, mettendo il vaso sotto una campana di vetro. Bisogna infatti
riprodurre le condizioni climatiche e di umidità di una
serra.
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